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Regime IVA enti del terzo settore e ASD - ulteriore proroga annunciata! Nessun cambiamento nel 2025

03/12/2024 / torna indietro

Il nuovo regime IVA per società e associazioni sportive dilettantistiche non vedrà la luce a gennaio 2025. Secondo quanto affermato recentemente dal viceministro dell’economia, Maurizio Leo, sarà infatti inserita una proroga nella prossima manovra, per poi definire un sistema con dei paletti “entro i quali si rimane nell’ambito di esclusione”.

A partire dal 1° gennaio 2025, come noto, il Decreto “Omnibus” prevede novità significative sul regime IVA per sport e terzo settore.

In particolare, stando alla disposizione in argomento:

  • fino al 31 dicembre 2024 si potrà continuare ad applicare il regime di esclusione sia alle ASD che le SSD;

Vantaggi regime di esclusione

Le operazioni economiche poste in essere dai contribuenti applicanti questo regime:

  • non devono necessariamente essere fatturate e annotate sui registri IVA;
  • non concorrendo a formare la base imponibile, non devono essere riepilogate nella dichiarazione IVA annuale.

Unico adempimento amministrativo

Se l’acquirente richiede la fattura va emesso il documento indicando che si tratta di operazioni fuori campo IVA eart. 15, D.P.R. n. 633/1972.

  • il regime transitorio cessa, invece, dal 1° gennaio 2025, data in cui entreranno in vigore le disposizioni correttive previste dall’art. 5, comma 15-quater, del D.L. n. 146/2021, convertito, con modificazioni, dalla Legge 17 dicembre 2021, n. 215. Le medesime operazioni, pertanto, diventano “soggette ad IVA” e qualificate come “esenti” (art. 10 D.P.R. n. 633/1972), al ricorrere dei tre requisiti soggettivo, oggettivo e territoriale previsti dall’imposta, con il conseguente sussistere di tutte le obbligazioni previste dal Decreto IVA.

Il contesto normativo sopra delineato è però destinato a cambiare. Nella Legge di Bilancio in discussione in questi giorni in Parlamento, stando alle anticipazioni di Leo, trova posto la proroga delle novità.

Ma non solo, “l’obiettivo è quello di fissare paletti e indicatori entro i quali si rimarrà comunque nell’ambito dell’esclusione”. Dovrebbero quindi essere allo studio soluzioni che, in virtù delle dimensioni dell’ETS o dell’ASD interessata, consentano di operare differenziazioni al fine di agevolare le associazioni più piccole.